Questa volta vogliamo raccontare e consigliare ai nostri lettori un’esperienza culinaria davvero insolita.
Non si tratta di una nuova apertura, di uno chef emergente, di un nuovo concetto di cucina oppure delle nostre “chicche” alla scoperta di posti ancora poco conosciuti.
Parliamo, invece, di uno chef che a Torino è già molto conosciuto. Non solo, è un personaggio storico che ha contribuito a scrivere pagine importanti della ristorazione piemontese (ci ha raccontato che ha iniziato a cucinare a soli 8 anni) ed è conosciuto soprattutto in quanto storico patron de La Smarrita.
E vi raccontiamo di un ristorante che esiste da almeno un paio di anni: ambiente caldo, molto piccolo e raccolto, pochi tavoli, clima d’antan, strizza l’occhio agli anni 80/90.
Stiamo parlando di Quo Vadis, in corso Raffaello 5 (prima si chiamava Raffaello 5).
Lui, Moreno Grossi, è il classico chef come erano una volta i grandi cuochi e d’altronde ha 77 anni ed è in formissima e carico di energie ed idee.
Lontano dai blasonati programmi tv dove ormai tutti si sfidano a colpi di ricette, uno chef tutto sostanza, niente fronzoli e pavoneggiamenti.
Se oggi a tutti i costi c’è la volontà di stupire i commensali, qui lo stupore arriva sì, ma solo dopo che avrete assaggiato un suo piatto (le presentazioni sono fatte bene ma non sono certamente l’elemento primario) il piatto vi spiazzerà e forse vi chiederete: “come cavolo avrà fatto, preparando una cosa così semplice, a renderla così gustosa ed equilibrata”.
Non aspettatevi un ristorante “normale” ed intendo che segua i canoni ai quali siamo tutti abituati.
Al Quo Vadis entri in una dimensione del tutto inedita ed anche un po’ eccentrica direi.
Mi spiego. C’è un clima molto famigliare é lo chef stesso che viene ad accoglierti e ti fa accomodare.
Scambi due parole con lui e ti chiede cosa ti piacerebbe mangiare (carne pesce preferenze in generale e naturalmente allergie o intolleranze).
Poi va in cucina e fa tutto lui. Si inventa qualcosa sul momento in base alla sua sensibilità ed alle migliori materie prime che ha in casa. Pazzesco! Divertente! Non mi era ancora successo.
Eppure non mi sono presentato e quindi mi ha trattato come un qualunque cliente.
E’ vero che ci sono stato con un amico di domenica sera e c’era poca gente ma la sala è molto piccola e qui davvero c’è la sana abitudine di privilegiare il rapporto diretto con il cliente.
Ovviamente l’ambiente ed i piatti sono un po’ un salto indietro nel tempo ma assolutamente piacevole e spiazzante!
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di raccontarvi i piatti, di pura tradizione (sia piemontese sia grandi piatti di pesce) ma lavorati da una mano molto e ribadisco molto esperta.
Secondo me qui ci si deve fare un salto anche solo per curiosità e poi perché una volta devi provare questo genere di trattamento del tutto privo di formalità, parli con lui come se parlassi con un simpatico zio che ti racconta la sua idea di cucina, come tratta i prodotti e come li ricerca.
Brevemente, quindi, in questo caso vi farò solo cenno di alcuni dei piatti che ci ha fatto assaggiare, tutti preparati con materie prime eccellenti, con grande semplicità ma estrema padronanza tecnica, sapori perfettamente distinguibili ed armoniosi:
-carpaccio di mazzancolle (in foto) dove si provano diverse consistenze (dal crudo a cotture differenti) con una salsina che legava con le verdure perfette
-frittata di rossetti ed erbette, anche qui estrema semplicità ma tripudio di sapori ed equilibrio perfetto
-carpaccio di spada all’arancia con una delicata salsina che rivela acidità e dolcezza
-branzino su patata fondente, tra tutti i piatti il più semplice ma davvero fantastico.
In totale controtendenza rispetto a quanto solitamente faccio quando visito i locali in anonimato per fare recensioni, in questo caso, voglio precisare, lo chef è stato talmente cortese e disponibile che alla fine gli ho detto che scrivo di enogastronomia e che avrebbe letto la nostra recensione.
Prezzi medi, medio alti ma assolutamente adeguati viste le materie prime di eccellenza e tutti gli aspetti appena elencati.
F.g.