Sono passati un paio d’anni da quando Le Petit Restaurant Japonaise, ristorante giapponese allora a Piossasco, finì su tutti i giornali (locali e non solo) per la sua grande particolarità: quella di avere un solo tavolo.
Si prenotava, ci si accomodava in quella che più che un ristorante somigliava a una casa, ci si toglieva le scarpe e ci si sedeva a mangiare la buonissima cucina orientale di Naomi, la moglie giapponese di Simone, il proprietario.
Oggi le cose sono un po’ cambiate, ma neppure troppo. Visto il successo del suo “piccolo ristorante giapponese”, Simone ha pensato di ragionare un po’ più su larga scala, e ha aperto questo piccolo ma delizioso ristorante a Rosta, trasferendo lì la sua attività di cucina e di diffusione della cultura giapponese.
Se la cucina è fedele alla tradizione nipponica, l’ambiente è invece curiosamente “fusion”: la stanza che ospita i pochi tavoli del locale è avvolta da mattoni rossi, pareti rosa e da un caminetto di pietra grigia.
Tutto intorno è evidente il tentativo di far respirare al cliente, sin da subito, l’aria d’Oriente: bottiglie di sakè e di whisky, quadri e stampe giapponesi, qualche oggetto tipico. Nulla di eccessivo, comunque, tutto è sistemato con cura e grazia.
La formula ideata da Simone e Naomi per il loro nuovo ristorante di Rosta è più o meno quella che avevano già testato negli anni precedenti a Piossasco: due diversi menu degustazione, 100% giapponesi, comprensivi di birra giapponese, acqua e sakè della casa in quantità, a 50 e 80 euro (il secondo sale così tanto di prezzo perché prevede una bistecca di sottofiletto di wagyu, una delle carni migliori del mondo).
Entrambi i menu hanno la capacità e il merito di farti entrare, per il tempo di una cena, nel mondo e nella cultura nipponica.
É infatti destino delle cucine orientali quello di essere bistrattate in Italia, o quantomeno quello di essere semplificate e ridotte all’osso, come se il pubblico non potesse comprenderne e apprezzarne la complessità. Pensiamo alla cucina cinese, per anni identificata con involtini primavera e riso cantonese.
Oggi la moda impone il sushi, che viene dalla maggior parte dei clienti identificato con una tradizione culinaria che però è molto più che nigiri e uramaki. Ecco, a Le Petit Restaurant Japonaise scoprirete esattamente questo: che sulle tavole giapponesi si serve molto più che soltanto sushi e sashimi.
Il menu cambia mensilmente, e quando siamo andati noi prevedeva:
Edamame
Chirashi sushi
Brodo di Shitake e pollo
Gyoza (i buonissimi ravioli di Naomi, dalla pasta sottile e dal ripieno gustoso, serviti con un accompagnamento di salsa di soia aromatizzata agli agrumi, buona anche se un po’ diversa da quella a cui siamo abituati)
Mini Ramen
Niki Tofu
Insalata di daikon, carote, tonno e maionese
Teryaki chicken
Tiramisù al the macha
Il tutto, accompagnato da tantissimo sakè, scelto tra i migliori del Giappone.
L’intento di Simone e Naomi, oltre a quello di fare ristorazione, sembra essere proprio quello di trasmettere la loro passione per la cultura giapponese. Viaggiano periodicamente in direzione dell’Oriente, raccontano, spiegano, coinvolgono. E regalano una sorta di piccola vacanza in Giappone.
Le Petit Restaurant Japoinese
via Chiesa 23
340 9624553
Rosta
di Valentina Dirindin