Ci sono locali che non si accontentano, ma spingono il pedale dell’acceleratore per essere sempre un passetto più in là. Non possiamo che esserne felici, perché è proprio in questi casi che l’asticella della ristorazione torinese si innalza, portando avanti la bandiera di una città per molti versi votata alla buona enogastronomia.

Uno di questi locali, sempre in evoluzione, è Affini.
Affini a prima vista sembrerebbe uno dei tanti locali di San Salvario, il quartiere della vita mondana torinese: un cocktail bar di quelli della “movida” notturna, pronto a servire un long drink dietro l’altro. Invece, qui c’è molto di più.

Insomma non il solito drink ed il panino o l’hamburger… qualcosa di più …

Intanto siamo nel cuore di uno dei marchi storici del vermouth torinese, Vermouth Anselmo, nato nel 1857 e rilevato qualche anno fa da un gruppo di amici, tra cui Davide Pinto, proprietario di Affini.

Poi c’è il giovane bartender Michele Marzella che sperimenta, mixa ingredienti, utilizza spezie e aromi lontani per creare ogni volta cocktail diversi.

E qui Affini avrebbe potuto anche fermarsi, accontentando già una fetta interessante di pubblico. Invece, Davide Pinto ha deciso di osare, andando a scovare, un annetto fa, un giovane e promettente chef, Yari Sità. A lui è stata affidata la cucina che punta molto al pairing tra cocktail e cibo, con la coppia Michele/Yari che lavora fianco a fianco per proporre ogni giorno abbinamenti interessanti.

Il menu di Affini è curatissimo, intrigante eppure semplice, adatto a una cenetta veloce o anche a un aperitivo con gli amici. Per questo ci sono ad esempio le tapas alla maniera spagnola (tra i 3 e i 4 euro), come:

Pinchos con tomino, cipolla caramellata e salsa rossa
Tortilla di patate e cipolla
Pan y Tomate con culatello
Polpettine di pane, patate e verdura
Baccalà mantecato con sale al bacon e cipolla caramellata
Insalata russa
Bocadillo con ragù alla calabrese
Un mix di culture, ingredienti e sapori che si ripropone anche nel menu di chef Yari (come lo chiamano qui):
Zucchine alla scapece
Gazpacho al melone con crumble di pane e pomodoro grigliato
Parmantier con gamberi scottati, aji amarillo e zenzero
Tentacolo di polpo brasato con zucchine, mandorle alla curcuma e cialda di ceci
Bocconi di cruda fassona con lattughino e salsa bernese
Wok di pollo affumicato

Lo chef ci sa fare con gli ingredienti, che posiziona elegantemente su piani di ardesia, costruendo creazioni spesso degne di grandi ristoranti. Segue la stagionalità, ha rispetto delle materie prime e le tratta con cura, cuocendole e “sporcandole” il minimo indispensabile a esaltarle. Utilizza molto bene i vegetali, che abbiamo ad esempio assaggiato, durante la nostra ultima visita, in un piatto chiamato
Tavolozza di verdure del territorio in consistenze diverse

Ama le derivazioni orientali, come si evince da piatti come
Spuma di tomino, alga nori, sesamo e portulaca (una sorta di huramaki aperto, servito accanto a un cocktail analcolico a base di fico d’india, miele all’uva nera e acqua di mastiha)

o nel
Sashimi di filetto di fassona marinato, geli di teriyaki, giardiniera asiatica e nuvola di riso.

Insomma, se vi trovate in giro per San Salvario e non volete bere il solito cocktail o mangiare il solito panino d’asporto, Affini è un’ottima soluzione che coniuga l’anima divertente della movida torinese con il gusto per il mangiare e bere bene.

Affini
via Belfiore 16 C, Torino
011 024 0162

Valentina Dirindin